I fatti loro #9: Meli in the shire

Ospite per il nono appuntamento con “I fatti loro” è Melissa, che ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande.

Grazie per aver accettato di rispondere a qualche domanda.

1 – Parlare di libri, recensirli, raccomandarli o meno, insomma, dare un giudizio su un testo comporta sempre che lo si sia letto prima. Perciò, la prima cosa che ti chiedo è come ti sei avvicinata alla lettura di narrativa fantasy e di fantascienza (se la leggi)?

Il mio amore per lettura e per il fantasy in particolare nasce grazie ai miei genitori, che me lo hanno trasmesso fin da piccolissima, leggendo per me e regalandomi buona parte dei libri che possiedo. Uno dei primi ricordi che ho è quello di mia madre che mi legge storie di fate, elfi, e animali parlanti.
Addirittura il mio nome era stato scelto per essere un po’ fiabesco. Infatti “Melissa” è il nome della ninfa che allevò il piccolo Zeus nutrendolo con il miele delle proprie api, e anche quello della maga che, nell’Orlando Furioso, assiste Ruggero.
Insomma, vengo da una famiglia di nerd, e ne vado fiera.

2 – Qual è stato il primo libro del genere che hai letto e a che età?

Tra i primi libri fantastici che ho letto da sola ricordo bene “Moonacre” di Elizabeth Goudge, che era una sorta di Giardino Segreto fantasy, poi “Viaggio nel mondo degli animali fantastici” di Gerald Durrel e i primi volumi della saga di Harry Potter. Alle medie ho iniziato a leggere “La Compagnia dell’Anello” dopo aver visto il film di Peter Jackson, con grande fatica e immensa soddisfazione.

3 – Un classico: qual è il tuo autore fantasy preferito? E quale delle sue opere, se ne ha scritte più di una?

No, ti prego, non costringermi a scegliere!
Il Signore degli Anelli per me è casa, e credo sia l’opera fantasy a cui sono più affezionata, la più epica e la più poetica.
Oltre a Tolkien, gli autori del mio cuore sono Steven Erikson, per il modo unico in cui riesce a toccare gli aspetti più profondi dell’esistenza umana (e perché il suo worldbuilding può competere con quello del Professore), Robin Hobb e Joe Abercrombie, per i personaggi dalle mille sfaccettature, così vividi da sembrare persone vere, e per quei mondi duri raccontati con un tocco di ironia e uno di speranza.

4 – Dato che viviamo in tempi in cui è diffusissimo schierarsi in termini netti, quando hai deciso di iniziare a scrivere presentazioni e recensioni dei libri che hai letto, hai avuto qualche dubbio legato alla condivisione del tuo giudizio su un’opera?

Non ho mai avuto timore di esprimere un parere negativo su libri famosi, anche su quelli più amati o inflazionati. In linea di massima, quando un’opinione è ben motivata ed espressa in maniera rispettosa la fanbase la accetta senza troppi problemi.
Invece tendo a fare più attenzione con gli autori esordienti. Con loro cerco di mettere in campo tutta la gentilezza possibile anche nel parlare dei difetti e di non essere mai totalmente negativa. Se il libro proprio non mi piace, preferisco confrontarmi direttamente con l’autore o l’autrice, anziché stroncarlo sui social.

5 – Libro elettronico o cartaceo?

Preferisco i libri cartacei, ma ho iniziato a utilizzare l’ebook sempre più spesso, per questioni di spazio, costo e comodità. Ascolto anche gli audiolibri quando guido o faccio sport.

6 – Un libro che è piaciuto a tutti ma non a te?

“Fidanzati dell’Inverno” di Christelle Dabos, che è stato vittima di una delle mie stroncature più pesanti e di cui ho apprezzato solo l’originalità del worldbuilding.

7 – Un libro che è piaciuto solo a te?

“La voce delle ombre” di Frances Hardinge. Lo conoscono in pochi, ma è una piccola chicca.

8 – Dove ti possono trovare le persone in rete? Instagram, tiktok, blog, facebook? Lasciaci pure i link ai tuoi profili.

Mi trovate su Instagram, e solo su Instagram, come @meli_in_the_shire.

9 – Sarai presente al prossimo Salone del Libro a Torino?

Non posso promettere nulla perché sarà molto a ridosso del mio matrimonio, ma farò del mio meglio per partecipare.

10 – Un pensiero da lasciare a chi sta leggendo?

Non fidatevi di chi pensa che la letteratura di genere sia meno seria e impegnata della narrativa contemporanea e non abbiate paura di leggere per il vostro piacere. I libri che ci piacciono sono quelli che riescono davvero a insegnarci qualcosa, a guarirci e ad arricchirci.

Cart
Your cart is currently empty.